BRICCO DEI GUAZZI
AL CALEIDOSCOPIO
AL CALEIDOSCOPIO
In certi territori la storia è già scritta: per il Monferrato è il vino. Degustazione, abbinamenti, tour enogastronomici tutto parte da lì. E se lo diciamo noi che ci siamo da secoli, puoi crederci.
Raramente un biscotto è coperto da brevetto. I krumiri di Casale Monferrato lo sono dal 1972.
La loro forma si dice sia un omaggio a Re Vittorio Emanuele II.
Mentre la loro fama ha conquistato il mondo: “wonderful krumiri” esclamò il presidente Bill Clinton quando li assaggiò la prima volta.
Qui in Monferrato si producono molti formaggi con latte di capra.
il Velluto nero della Regina, la Toma di Capra, la Robiola di Ponzone sono alcune delle nostre eccellenze.
Accompagnarli con un bicchiere di Barbera o di Albarossa gli renderà il giusto onore.
Chissà se David Austin, il grande botanico, è mai venuto dalle nostre parti.
Perché tra le oltre 250 specie di rose da lui create, una delle più famose si chiama proprio Monferrato. Colore cremisi intenso e profumo fruttato: la versione floreale dei nostri vini.
Gastronomo, giornalista, filosofo.
Non è semplice definire la personalità di Luigi Veronelli.
Ha dedicato la sua vita alla valorizzazione del patrimonio enologico e gastronomico italiano.
Ed è passato anche dal nostro “bric”: è stato lui a censire i nostri vigneti cru.
Breve guida all’araldica del logo di Bricco dei Guazzi che è ispirato all’antico stemma Candiani.
Ogni elemento racconta una storia.
La corona d’argento a 9 perle rappresenta il titolo nobiliare di conti.
Mentre le strisce bianche e blu -dette anche pali- indicano l’origine ghibellina della famiglia.
E poi c’è il motto: “alta petit”.
“Barbera e Champagne” cantava Gaber. E allora, dopo l’entrée accompagnato da champagne, perché non proseguire il pasto abbinando la Barbera. Per noi, ci starebbe tutto.
Da noi le storie banali non esistono.
Prendi quella del nostro nome. Tutto nasce dai Guazzi, la famiglia nobile che fu la prima proprietaria della collina, per la gente il “bric”, dove sorge la nostra tenuta.
Da qui Bricco dei Guazzi.
Gente autentica e di valore i Conti Candiani.
Nobili di nascita e di animo.
Hanno fatto tanto per la nostra terra e ci hanno lasciato un motto in cui risuona la loro fierezza: Alta Petit!
“Fa un sole su questi bricchi, un riverbero di grillaia e di tufi che mi ero dimenticato. Qui il caldo più che scendere dal cielo esce da sotto - dalla terra, dal fondo tra le viti che sembra si sia mangiato ogni verde per andare tutto in tralcio.” No, questa non è nostra. È del grande Cesare Pavese.
A pelo, senza la sella.
Così si montano i cavalli nel Palio di Asti.
Come la prima volta, verso la fine del 1200.
Fieri e spavaldi, come il territorio e i nostri vini.
L’Infernot di Bricco dei Guazzi è tra i più antichi del Monferrato.
Ed è tutt’oggi perfettamente conservato e visitabile.
Se non basta ti diciamo che gli Infernot del Monferrato sono il 50° sito italiano iscritto a Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.
In Monferrato, fin dal 1600 ogni famiglia nobile, nella sua villa, aveva un nascondiglio dove nascondere i suoi “tesori”.
Sotterranei, bui, silenziosi: erano gli Infernot. Il luogo perfetto dove conservare le bottiglie migliori.
L’Albarossa è figlia del Nebbiolo e della Barbera. A farli incontrare è stato un ampelografo astigiano. Così nasceva l’Albarossa l’espressione più autentica del Monferrato. PS: per chi se lo chiede, l’ampelografo studia le varietà botaniche.
Lo zaino in spalla, i piedi sui pedali. È il nostro modo preferito di girare il Monferrato.
Fermandosi qua e là per un calice di vino e due chiacchiere con la gente del posto.
C’è una cosa da sapere. Davanti alla Barbera, l’abbinamento perfetto non lo scegli tu: lo decide lei.
Chi ha saputo ascoltarla, sa che ama i salumi, i primi al ragù e gli arrosti di carne rossa.